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Quando i Papa Roach non facevano senso solo a vederli / Aspettando il ritorno dei Chronic Future

Mar 12 Ott – Papa Roach, Chronic Future, Mellowtoy

Dunque, parliamo del concerto di ieri sera, partendo dai gruppi di supporto: non giudicabili i Mellowtoy, io sono entrato alle 19:35 al Transilvania (e questa giovane band nu-metal nostrana stava già suonando), quindi ho ascoltato solo tre misere canzoni del loro repertorio, tra cui la furba e "pushatissima" (vedi video su MTV) cover di 'Save a prayer' dei Duran Duran … da rivedere in altro contesto; ecco poi i Chronic Future [niente Minus, dunque], graditissima sorpresa, mi aspettavo l'ennesimo gruppo emo-screamo-core ed invece mi hanno stupito con uno stile molto personale (hardcore/punk + hip-hop/rap + un pizzico di elettronica) che mi ricorda parecchio i miei amati Orange 9mm, mi sono poi comprato al volo il loro più recente cd all'apposito banchetto del (sempre più costoso) merchandising; ed infine i Papa Roach, che io trovo sempre molto bravi dal vivo: non si risparmiano mai, fanno benissimo il loro mestiere, è la terza volta che li vedevo e direi che in tutte e tre le occasioni non mi hanno lasciato minima traccia di amaro in bocca . Decisamente sottovalutati, meriterebbero maggiore considerazione; in particolare Coby a me piace molto come frontman, molto più di colleghi più gettonati.
In definitiva bel concerto, età media del pubblico sempre più bassa, eh, ma bel concerto.
P.s. Approfondendo il discorso sui Chronic Future: giovane band proveniente dall'Arizona che abbiamo scoperto grazie al concerto di supporto ai Papa Roach: ottima la loro prestazione on-stage, ottima la loro strategia promozionale (vedi i prezzi dei loro prodotti: 5 euro il cd, 10 la maglietta), questo gruppo sa decisamente come si fa a conquistare nuovi fan al primo colpo.
5 euro per il cd, dicevo, e non si tratta di un semplice demo, ma di un cd completo (12 tracce, 50 minuti di musica), il primo su major, addirittura la Interscope e pure prodotto da un grosso nome, come Sean Beavan (Nine Inch Nails, Marilyn Manson, Kidneythieves).
Produzione cristallina, pulita e precisissima, tant'è che risulta un po' smussata quell'attitudine hardcore che talvolta traspariva dal vivo: dunque le parti più punkeggianti su disco suonano prettamente pop-punk, giustissimo quindi accostarli ai Sum 41, ma mentre i punksters canadesi sfociano sul rappato quasi per gioco, strizzando l'occhio ai primi Beastie Boys, l'elemento rap/hip-hop nei Chronic Future è perfettamente incastonato nel loro sound, grazie al virtuoso (ed insospettato, a vederlo) MC Mike Busse; sul versante punk non mancano poi puntatine sull'emo-core (soprattutto 'Wicked games', ma anche 'New York, NY' e 'Shellshocked'), poi abbiamo un po' di reggae ('Memories in f minor', mentre 'World keeps spinning (a chronic future)' mi richiama a tratti i Police), mentre un altro ingrediente in più è costituito dalle spruzzate di elettronica e di tastiere di cui è arricchito questo lavoro.
Il risultato finale è un crossover freschissimo e maledettamente accattivante grazie al quale non mi stupirei più di tanto che questo quartetto riuscisse a fare il gran botto … certo è che il "grande pubblico" non è poi così lungimirante, quindi i Chronic Future (a cui auguro di cuore ogni bene) potrebbero benissimo rimanere una piccola gemma (dall'ampio potenziale commerciale) underground…
Figure di riferimento: Orange 9mm, 311 e primi Sugar Ray.

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